orge
Nuovi amici: un gioco che diventa sempre più hot
di Sheed
15.10.2020 |
17.312 |
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"Il nostro rapporto era quasi fraterno, avendo solamente un anno di differenza, essendo cresciuti in due case adiacenti e avendo giocato insieme da bambini e..."
Ci avevo provato tante volte e altrettante non avevo avuto successo. Serena, una mia amica d’infanzia, era sempre stata il mio cruccio e per tantissimi anni era stata il mio sogno erotico e la musa preferita per le mie sessioni di masturbazione. Il nostro rapporto era quasi fraterno, avendo solamente un anno di differenza, essendo cresciuti in due case adiacenti e avendo giocato insieme da bambini e poi frequentato quasi le stesse compagnie di amici. Ci conoscevamo bene, avevamo fatto viaggi insieme, ci eravamo raccontati le nostre esperienze amorose e sessuali e ci eravamo visti nudi spesso senza pudore. Ma nonostante le mie avances lei non c’era mai stata, forse perché non le piacevo o forse per non voler rischiare di rovinare l’amicizia.La mia grande occasione però arrivò il pomeriggio di una domenica, eravamo andati insieme a seguire un corso di aggiornamento nel weekend e durante il sabato e i vari workshop avevamo fatto la conoscenza di qualche nuovo amico con cui avevamo pranzato. Verso la fine del sabato uno di loro propose di andare a casa sua il giorno successivo dopo pranzo, quando finiva il corso per fare un po’ di festa e cenare insieme e noi accettammo insieme ad un altro ragazzo e a una ragazza. Ci trovammo quindi noi 5 in casa e in breve la situazione iniziò a farsi più calda con il classico gioco della bottiglia, smossi anche dall’alcol e dal fumo che non mancavano. Quando era il proprio turno e non si voleva baciare l’altra persona si facevano delle “penitenze” tutte da ridere che servivano anche a stemperare un po’ la tensione, anche se la cosa durò poco perché qualcuno propose di passare dal semplice bacio a qualcosa di più e quindi la tensione sessuale che si era venuta a creare aumentò ancora.
La prima a girare la bottiglia con le nuove regole fu Veronica, l’altra ragazza del corso, e si fermò sul padrone di casa che senza pensarci troppo le disse di togliersi maglietta e reggiseno e fare il giro tra tutti i presenti per lasciarsi palpare le tette. Veronica che era una piccolina tutto pepe con capelli a caschetto neri non fece una piega ed eseguì il compito senza nessun problema sfoggiando un bel paio di tette sode che alla fine del giro avevano anche due capezzoli induriti ad attrarne ancora di più la vista.
Il secondo fui io e la bottiglia si fermò di nuovo sul padrone di casa che ancora senza alcun problema mi disse: “Con una mano fai una sega a me e con l’altra te la fai a te”. Ci fu un attimo di silenzio e imbarazzo, poi Roberto, un ragazzo piuttosto alto e atletico con i capelli castani tagliati corti, con tranquillità si tirò fuori il cazzo duro dai pantaloni invitandomi a prenderlo in mano. Avevo già avuto qualche esperienza di questo tipo ma farlo davanti ad altre persone e soprattutto davanti a Serena a cui no avevo mai raccontato queste cose mi imbarazzava tantissimo, ma probabilmente l’alcol aveva abbattuto un bel po’ di mie inibizioni e quindi allungai la mano e presi a segare il cazzo di Roberto che al contatto iniziò a farsi sempre più duro. Per rispettare le regole con l’altra mano tirai fuori anche il mio, meno lungo e più curvo rispetto a quello del mio nuovo amico, e iniziai a segarmi. Dopo un po’ mi guardai intorno e vidi che Veronica si stava gustando la scena mentre con una mano giocava con un capezzolo, mentre Serena aveva casualmente messo una mano tra le gambe e piano la muoveva cercando di non farsi vedere. L’ultimo componente del gruppo, Kevin, un ragazzo di colore con i capelli rasati e un fisico da sportivo invece sembrava più interessato a Serena che alla nostra sega, ma il notevole rigonfiamento dei pantaloni non nascondeva granché la sua voglia.
Per evitare di arrivare troppo oltre fermai la sega e Roberto propose a me e lui a quel punto di restare senza pantaloni. Il gioco andò avanti ancora e in breve ci trovammo tutti nudi con l’eccitazione che continuava a salire. Quando toccò a Serena la penitenza consisteva nel togliersi il vestito e le mutandine e andarle a riporre sul cazzo che preferiva tra i tre presenti. Nessuno rimase indifferente alla scena perché aveva un intimo coordinato blu con un reggiseno praticamente trasparente e un perizoma praticamente inesistente, composto da un mini triangolo di stoffa a coprirle la figa che evidentemente era già un po’ bagnata da quel che si poteva vedere dalla macchiolina presente sul cotone e da un filetto dietro che andava diretto tra i glutei e risaltava quel culo che tanto mi piaceva. Sapevo già verso quale cazzo sarebbe andata, conoscevo bene i suoi gusti, e infatti dopo essersi tolta le mutandine con fare sexy diede uno sguardo ai nostri tre cazzi duri che già vibravano per l’eccitazione ma si diresse verso quello di Kevin mettendogli il triangolino proprio sopra la cappella. Sapevo sarebbe andata da lui perché sapevo quanto le piacessero i cazzi grossi e quello di Kevin era veramente ma veramente notevole per lunghezza e larghezza. Lui fece un’esultanza alla faccia mia e di Roberto che dovemmo ammettere la “sconfitta”.
L’ultimo giro di bottiglia toccò ancora a Veronica che si fermo su Kevin che la invitò a fargli un pompino. Lei non aspettava altro attratta anche lei da quel palo di carne scuro e durissimo e così in un lampo inizio a leccarlo e a metterselo in bocca. A quel punto il gioco era finito, Roberto le andò dietro e inizio a leccarle la figa facendola sussultare, mentre io e Serena ci guardammo un po’ imbarazzati ma troppo eccitati per fermarci e fu così che iniziammo prima a darci un bacio con la lingua e poi dopo averle mordicchiato un po’ i capezzoli, finimmo in un 69 da favola. Dopo tanti anni, infatti, potevo finalmente leccare e toccare quella figa che avevo innumerevoli volte sognato, sapevo che la eccitava più giocare con il clitoride che la penetrazione e così mi impegnai al massimo per darle piacere leccando e toccando dolcemente il suo punto più sensibile. La sua figa si bagnò sempre di più e poco dopo ebbe un orgasmo con il corpo che sussultava e degli urletti che andavano a confondersi con i gemiti di Veronica alla quale stava piacendo e non poco il cazzo di Roberto che la stava scopando a pecorina mentre lei continuava a far un lavoro di bocca sopraffino a Kevin che roteava sempre più spesso gli occhi.
Anche il pompino che stavo ricevendo io mi stava portando all’acme, Serena era bravissima, sapeva bene come succhiare un cazzo alternando movimenti più rapidi a momenti di sole leccate all’asta o alla cappella. Infatti non ci misi molto e la avvertii che stavo per venire. Lei guardo in alto e mi disse solo: “sborrami in bocca”. Fu come se qualcuno avesse schiacciato un pulsante: dopo così tante seghe solitarie immaginandomi la scena non riuscii a resistere ed esplosi con un urlo tutta la mia eccitazione schizzandole tutto nella bocca che lei prontamente ingoiò. Appena mi ripresi andai a darle un altro bacio intrecciando ancora le nostre lingue con i suoi umori e la mia sborra.
La scena probabilmente non lasciò indifferente ne Veronica che venne mentre Roberto continuava a stantuffarle la figa da dietro ne Kevin che esplose anche lui nella sua bocca. Evidentemente la sborra era però troppa perché non riuscì a prenderla tutta facendosi venire anche sulla faccia e lasciandone cadere un po’ sulle tette. Kevin da quel cazzo possente ne aveva scaricata veramente una quantità incredibile e un po’ a sorpresa Serena le andò vicino leccando tutta quella che Veronica non era riuscita a ingoiare. Leccò quella scesa sulle tette e quella sulla faccia per poi darle un bacio terribilmente sexy. Infine si girò verso di me e con ancora un po’ di sperma sulle labbra e sulla lingua baciò anche me. Roberto che aveva resistito strenuamente non ce la fece più vedendo queste scene e uscito dalla figa sempre più bagnata di Veronica le andò davanti avvicinando anche la faccia di Serena e sborrò anche lui una notevole quantità sui loro angelici, ma stravolti dell’eccitazione, visi
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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